23/08/2011

Da Arezzo Notizie

"IL PD, AMERIGHI E I 30 DENARI"

Ancora una volta la questione della discarica di Podere Rota torna di attualità come attuali e continui sono i disagi che gli abitanti delle zone limitrofe sono costretti a sopportare ormai da troppo tempo.

Le affermazioni di insoddisfazione sulla conduzione dei lavori all'interno del sito della discarica rilasciate dal Sindaco e la richiesta di maggior impegno ed attenzione nello svolgimento della gestione quotidiana mostrano ancora una volta un livello molto approssimativo da parte dell'amministrazione stessa. Se pur concordando con il richiamo ad approntare maggior cautele nelle operazioni all'interno della discarica, è doveroso ricordare che il Sindaco era a conoscenza delle difficoltà gestionali alle quali andavamo incontro mediante l'utilizzo della tecnica del sormonto visto che in più tavoli tecnici tale problematica era stata sollevata. L'atteggiamento da pesce in barile ci pare un'operazione maldestra, visto che fino ad oggi l'amministrazione ha tirato dritto per la sua strada con spasmodico interesse durante la fase di approvazione dell'ampliamento di Podere Rota arrocandosi su posizioni lontane dalle prerogative dei cittadini. Nonostante le manifestazioni in piazza, i comitati, le denunce inascoltate da parte dei cittadini, il Sindaco ha sempre tenuto un atteggiamento più che favorevole all'ampliamento sottovalutando, forse, gli ulteriori disagi che ne sarebbero scaturiti. Oggi, con i lavori di ampliamento in tasca e ben sapendo che indietro non si torna, Amerighi cambia le vesti da Sindaco accondiscendente a Sindaco critico, scordando forse troppo velocemente il pessimo percorso politico con il quale siamo arrivati all'ampliamento della discarica che solamente la sua maggioranza ha voluto. Troppo facile farsi belli oggi, troppo facile scaricare sugli altri le responsabilità quando siamo stati parte attiva delle scelte e consapevoli di quello a cui si andava incontro senza pretendere garanzie nei momenti che lo richiedevono. Se veramente vuole contribuire, torni ai tavoli in Regione e Provincia e faccia valere la sua posizione.


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18/08/2011

Da InformArezzo

"CON LA SPERANZA CHE NON SI ALZI IL VENTO"


LINDA BERNARDO
- Buongiorno, alla Badiola San Giovanni Valdarno,ormai viviamo con la speranza che il vento non ci porti l'aria irrespirabile di Podere Rota, vi scrivo per rivolgervi un appello , a voi politici della Regione , della Provincia , alle amministrazioni comunali , agli enti che hanno l'autorità per poter intervenire , chiedo innanzitutto di fare il vostro dovere , cioè tutelare i cittadini , vi chiedo  di pensare solo per un istante di essere svegliati nelle calde notti d'estate dalla puzza nauseabonda e dover decidere se" morire di puzza" o "morire di caldo" ,essendo costretti a chiudere le finestre. Noi siamo persone come voi e abbiamo il diritto di VIVERE ,di respirare aria non putrefatta!
Ci sono giorni fortunati in cui il vento ci risparmia, ma pensate a quei cittadini che vivono nei pressi dell'impianto, loro sono costretti da svariati anni a subire questo inferno e tutto il contorno altrettanto grave che crea questa discarica.LOro tutti i giorni vivono in questa cappa costante di aria marcia , loro non hanno giorni fortunati  e per rendersene conto basta passare dalla strada delle Cave.Più di 20 anni di disagi , la speranza che l'incubo finisse con la chiusura , e invece il ben servito concedendo l'ampliamento , eppure tempo per pensare ed attuare un'alternativa a Poder Rota l'avete avuto. Ampliamento a patto che....e tutta una serie di condizioni che ma chi lo sa se vengono attuate ,fatto stà che noi continuiamo a vivere con l'aria marcia , con un traffico di mezzi pesanti continuo , camion che puzzano e passano a 2 passi dalle abitazioni. È stato tolto il disagio dei camion dalla strada della Badiola dopo 20 anni ,abbiamo subito danni alle abitazioni,che nessuno ci ha mai risarcito, è stta spostato il tragitto dei camion che passa accanto a altre abitazioni , anche quì nessun riguardo per il cittadino , è stato tolto un disagio ad alcuni per darlo ad altri.Non solo siamo costretti a vivere accanto a una discarica, e che discarica, ma non veniamo tutelati, non veniamo salvaguardati , eppure siamo persone ,persone proprio come voi , con gli stessi diritti .Chi ha concesso l'ampliamento , ha concesso il via libera alla negazione totale di una parte di cittadini a vivere una vita serena, dignitosa , ora si deve far carico delle responsabilità e rispondere a questi cittadini di persona , con fatti immediati .

Commenti:

Marco P. (Arezzo)

Da mesi leggo i disagi dei cittadini di San Giovanni Valdarno. Sento parlare di problemi che si trascinano da anni , di promesse non mantenute e di una situazione oramia fuori controllo. Ma mi chiedo: i sangiovannesi sono tutti pazzi oppure in valdarno non c'è nessuno capace di dire NO alla Castelnuovese?


Fausto Tenti

Cara Linda, l'unica soluzione al problema è che il PD provinciale si emancipi dalla sua ancestrale sudditanza psicologica nei confronti dei principi fiorentini...smettendo di essere sempre succube -  con i suoi "yes men" - dei loro voleri...Siamo partiti dalla prima capitolazione, quella del Tarchi Presidente della Provincia nel 1995/1999, il quale diede - comunque - il suo assenso a che Podere Rota diventasse il cassonetto di Firenze...per proseguire poi con Ceccarelli/Vasai, che hanno proseguito sulla stessa strada: anzi loro hanno fatto addirittura peggio, poichè non sono riusciti a fare da argine alle ulteriori richieste di Firenze e hanno acconsentito al mega-ampliamento...che evidentemente è stato autorizzato NON per venire incontro alle esigenze dell'ambito della nostra provincia...ma solo a quelle dell'ambito fiorentino...i cui sindaci e presidenti di provincia si fanno belli con i propri cittadini venendo a scaricare da noi e non risolvendo mai i propri problemi di gestione dei rifiuti! Non soddisfatti, i nostri governanti hanno anche acconsentito alla trasformazione del nostro territorio in una "groviera", permettendo - soprattutto nel valdarno - un'escavazione selvaggia e continua in ogni dove (boschi compresi)...ed indovinate dove viene utilizzato - soprattutto - il materiale di pregio estratto?...Ma nel fiorentino...che domande! 

Ma lorsignori insistono...con la "collaborazione" dei sindaci del valdarno...soprattutto Cavriglia e S. Giovanni: infatti, il materiale di risulta dal sottoattraversamento di Firenze (Stazione Foster della TAV) dove verrà scaricato? A Cavriglia...per fare un bel poggio artificiale che faccia da schermo...oppure per il riempimento delle buche dell'ENEL...l'importante è che esca dall'area metropolitana fiorentina! Il grave è che risulterà sostanzialmente impossibile controllare tutto quello che arriverà dagli scavi della TAV: dopo i primi vagoni verificati al metro cubo...potrà arrivare di tutto (esempi ce ne sono a bizzeffe in tutta Italia) a causa delle ristrettezze economiche che non consentiranno la capillarità necessaria...

Scusatemi per lo sfogo...ma quando vedo che siamo costretti ad ampliare per 1.500.000 di metri cubi Podere Rota ed a costruire un nuovo inceneritore a S. Zeno, sapendo che non ne avremmo bisogno per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti nel nostro ambito (anche se - su S. Zeno - cartucce da sparare ne abbiamo ancora tantissime......) non ce la faccio a trattenermi!!!

 
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09/06/2011

Da La Nazione Arezzo

"NOI IMBAVAGLIATI CONTRO I RIFIUTI"

La protesta in mascherine e sacchi neri della gente: ecco perché

 

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09/06/2011

Da Il Corriere di Arezzo

PROTESTA IN COMUNE PER LA DISCARICA DI PODERE ROTA

Il comitato si è presentato in consiglio. Chieste immediate soluzioni per evitare i disagi



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09/06/2011

Da Il Nuovo corriere aretino

INVASIONE PACIFICA IN CONSIGLIO. Durante la seduta del parlamentino ingresso dei rappresentanti dell' associazione "Vittime della discarica" muniti di mascherina e cartelloni.

 

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07/05/2011

Da La Nazione di Arezzo

IN MARCIA CONTRO LA DISCARICA PROTESTA SULL' ONDA DI FACEBOOK

SAN GIOVANNI ALLE 17 PARTENZA DA PIAZZA DELLA LIBERTÀ : CORTEO FINO A PODERE ROTA

DOPO GIORNI di discussioni, di infuocate polemiche, di diverbi accesi sia per strada che soprattutto per via telematica, ovvero su facebook, è arrivato il sette maggio. Non un giorno a caso, per la vallata. Si terrà infatti questo pomeriggio a partire dalle 17 la manifestazione contro l'ampliamento della discarica di Podere Rota, organizzata dall'associazione "vittime" di quest'ultima. L'appuntamento, che ormai rimbalza da settimane tra internet e le strade sarà in piazza della libertà della città di Masaccio, poi il corteo si sposterà verso il ponte Pertini e dopo una tappa nella frazione della Badiola, si dirigerà verso i cancelli della discarica. «Manifesteremo per i nostri diritti e la nostra dignità — ha detto Antonio Lisciandro, che fa parte dell'associazione e dell'osservatorio - , del resto questo è l'unico strumento che abbiamo a disposizione per mettere in chiaro una situazione che non è assolutamente sostenibile, anche se alcuni vorrebbero farci credere che è tale. Dobbiamo usare tutta la nostra volon-à ed il nostro impegno per la garanzia della nostra vita, delle nostre residenze, della nostra libertà e dei nostri bambini che vogliono e vorranno vivere all'aperto.

QUESTO è un diritto non una concessione, non dimentichiamocelo, e per tanto rivendichiamolo come tale».

L'EVENTO giunge a quasi un anno di distanza dall'ultima manifestazione contro la discarica organizzata sempre a San Giovanni lo scorso anno. Allora i partecipanti lottavano per dire no all'ampliamento, oggi lottano per contrastare il verdetto della conferenza dei servizi della provincia di Arezzo, che ha detto "si" a quest'ultimo alla fine dello scorso gennaio. Intanto ieri, dopo La Sinistra, i Riformisti e Sei provinciale, anche il Pd di San Giovanni ha inviato una nota stampa nella quale ha annunciato di stare al fianco dei cittadini in questa battaglia. «E' indispensabile una forte presa d'atto della gravità della situazione da parte di tutti i soggetti — si legge nel comunicato -, ed è doverosa una riorganizzazione della pianificazione e gestione dei rifiuti. In questo si rileva la necessità impellente da parte della provincia di individuare da oggi un altro sito, alternativo a Podere Rota. Così come si ritiene indispensabile l'attivazione degli impianti di termovalorizzazione che, fra la provincia di Arezzo e la provincia di Firenze, attenuerebbero di molto la quantità di rifiuti conferiti a Podere Rota. Il Pd di San Giovanni si dichiara contrario all'apertura della discarica delle Borra, che si sommerebbe agli enormi disagi cui San Giovanni è già stata sottoposta dalla presenza del sito di Podere Rota. Si concorda inoltre con quanto chiesto dal presidente dell'osservatorio, ossia di sospendere o limitare fortemente il conferimento dei rifiuti in discarica fino al completamento del primo lotto di ampliamento. Il Valdarno — conclude il Pd - ha già dato e non vogliamo e non possiamo accettare che continui ad essere la pattumiera di Arezzo e Firenze».

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03/05/2011

CentroSinistra di Castelfranco ha pubblicato questo intervento su facebook

 

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Il Consiglio Comunale di Castelfranco di Sopra approva un documento per sottolineare l'impatto ambientale della discarica di Podere Rota e per stimolare l'Osservatorio e le istituzioni a rendersi promotori di iniziative coraggiose ed efficaci nella gestione dei rifiuti. Conferma anche la propria adesione alla manifestazione di Sabato 7 maggio!

Il presente documento vuole riassumere la posizione del gruppo consiliare “Centro Sinistra per Castelfranco” in relazione alla discarica di Podere Rota.  Già in passato abbiamo più volte richiamato l’attenzione ed esposto le nostre perplessità sul prezzo che questo impianto impone ai cittadini delle zone limitrofe, e nell’ultimo periodo anche a quelli più distanti.

Essendo un gruppo consiliare, e quindi un soggetto politico, non intendiamo entrare nel merito delle considerazioni tecniche con cui è stata concessa l’autorizzazione a continuare l’esercizio dell’impianto e il suo ampliamento, ma piuttosto vorremo fare delle considerazioni politiche e sociali. Per prima cosa vorremo chiedere che sia realizzato un tavolo tecnico per trovare strategie di medio periodo sul contenimento degli odori. Il monitoraggio delle emissioni odorigene sta diventando una disciplina scientifica riconosciuta, e quindi pensiamo che ci siano tutti gli strumenti per effettuare un serio monitoraggio e programmare interventi.  Crediamo utile, inoltre, che l’osservatorio, che  ha avviato un percorso di partecipazione e controllo, debba  essere il punto di partenza per  individuare scelte ed indirizzi per una gestione partecipata del problema dei rifiuti nel nostro territorio, con il compito di proporre efficaci misure per mitigare il disagio per i cittadini e di  rappresentare, con chiarezza e trasparenza, gli enti territoriali coinvolti, riconoscendo a tutti pari dignità e diritti.

La cosa che però ci preoccupa maggiormente è che l’estensione dell’attività della discarica per 10 anni blocchi nuovamente qualsiasi seria programmazione in fatto di rifiuti. Infatti l’ampliamento dell’impianto è stato ed è il chiaro segno dell’inattuazione del piano provinciale dei rifiuti.

Come gruppo consiliare non vogliamo solamente protestare, ma anche proporre e sostenere scelte corraggiose che ci diano orgoglio e speranza per un futuro più sostenibile. per questo siamo convinti che la strada della riduzione dei rifiuti e del riciclaggio spinto alle sue massime capacità sia l’unica strada percorribile, ma per fare questo, in mancanza di serie normative nazionali, occorrono almeno chiare leggi regionali e una programmazione, che  mettano tutti i soggetti nella condizione di dover obbligatoriamente percorrere la strada del riutilizzo e del recupero.

Non vorremo infatti che sia stato concesso l’ampliamento per una reale mancanza di alternativa, e che non si cerchi l’alternativa per interessi legati alla permanenza in attività degli impianti esistenti. Sicuramente la riconversione dell’impianto in un centro per avanzato per il riciclaggio potrebbe anche avere ricadute positive sull’occupazione della nostra vallata, e quindi non si deve accampare come scusa quella occupazionale o economica, ma solo quella della titubanza e della mancanza di idee.  Per fare questo è però necessario smetterla con i tatticismi ed iniziare a remare tutti insieme nella stessa direzione.

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02/05/2011

DA INFORMAREZZO "La discarica di Podere Rota e l’inquinamento da Pliocene"

 

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Un cittadino di Terranuova Bracciolini ci ha inviato queste righe, divertenti e gustose (un po' meno) da leggere sulla situazione rifiuti in Valdarno.

Il giorno 28 aprile era fissata a Terranova Bracciolini, un'assemblea pubblica sulla discarica Podere Rota (...la situazione è molto pesante...). L'assemblea era fissata alle 21 nella sala consiliare.

L'incontro è stato un flop clamoroso: c'era un consiglio comunale nel pomeriggio con la discarica come tema (presentazione da parte della provincia del piano e argomenti correlati) e l'audizione degli esperti in materia tra cui un professore di Milano che ha fatto le prospezioni geologiche e le indagini sull'inquinamento. Alle 21, nella stessa sala, era fissata la riunione con la gente del posto, con la possibilità di intervenire dal pubblico ed eventualmente discutere con gli esperti ed i responsabili della CSAI, della provincia o del comune.

In realtà il consiglio comunale è finito alle 21,20 e l'incontro serale, che avrebbe dovuto essere quello più importante, è iniziato alle 22,10. C'è voluta un'ora e mezza per le relazioni dei tecnici e dei responsabili e a quel punto la gente venuta (poca rispetto a quanto atteso, comunque con una nutrita rappresentanza dei cittadini della zona "colpita" più direttamente dai miasmi e dall'inquinamento da percolato...ed una buona rappresentanza della lista civica formata da socialisti, riformisti e privati cittadini) era praticamente tutta andata via, dato che si trattava di un dopo cena feriale. Unico vero momento di tensione c'è stato durante l'intervento del Professor Giovanni Pietro Beretta, ordinario di idrogeologia all'Università di Milano e consulente della Provincia. I cittadini si sono molto arrabbiati, visto che il Prof Prezzolato (consulente quanto mai "di parte", si direbbe in procedura) ha detto che certi inquinamenti possono essere causa di altri impianti industriali presenti in zona (ma non ve ne sono!) o addirittura dall'utilizzo di trielina da parte della popolazione...

Facile immaginare il mormorio (che tanto mormorio non era), con battute piuttosto pepate sulla evidente presa per i fondelli (eufemismo). Chi infatti usa più la trielina? E soprattutto disperdendola all'aperto in terra? Dopo questo scambio di battute, i cittadini presenti se ne sono via via andati ed è rimasta per un botta e risposta a fine "relazioni", solo la loro rappresentante, Catia Naldini. Encomiabile per dedizione alla causa, ha potuto fare ben poco da sola contro una tavolata di dirigenti ed esperti che la trattavano con evidente sufficienza.

Le cose certe sono 2: la discarica verrà ampliata (si sapeva già) e durerà almeno altri sette od otto anni (nonostante avesse dovuto chiudere lo scorso anno. La CSAI, il comune di Terranova Bracciolini e la provincia ci guadagnano troppo.

Questo in attesa del raddoppio dell'inceneritore di San Zeno.

Altra certezza: in questo periodo - con i miasmi particolarmente forti da tempo - stanno ri-coltivando una zona della discarica già coltivata ed in alto, una zona sopraelevata e che dunque è particolarmente portata a diffondere gli odori, tenuto conto che poi si sversano i rifiuti su rifiuti precedenti smuovendo così la zona e facilitando l'emissione di biogas. La sensazione è che tale zona non fosse legittimamente "coltivabile" nonostante che il presidente della CSAI dica di sì (con una sicumera un po' sospetta). Mi sarebbe piaciuto conoscere meglio tutto e fare domande taglienti ma ho preferito soprassedere, non voglio fare cadute su un argomento che non conosco a pieno, prima è meglio documentarsi con i contratti, gli accordi ufficiali, etc .

Il professor Beretta ha illustrato nella sua relazione come il terreno sotto la discarica sia "quasi totalmente" composto da argilla e dunque impermeabile "salvo zone più sabbiose e permeabili"...dunque NON è totalmente impermeabile e il percolato è ovvio che passi nei settori geologicamente inferiori e successivamente nelle falde. Più ammissione di questa...nonostante il prof parli di responsabilità di strati geologici di torba e di residui organici naturali come causa della presenza di composti di ammoniaca o simili nei pozzi dei residenti, come dire che sarà colpa di qualche cadavere di bue o Mammuth del Pliocene se c'è inquinamento in pozzi che sino a 2 decenni fa erano perfetti.

Peraltro c'è da notare come gli stessi cittadini si concentrino più sui miasmi che non sull'inquinamento delle falde, più pericoloso per la salute direi...ma è comprensibile: per la maggioranza del tempo non possono neanche aprire le finestre delle proprie case e dopo decenni di promesse si son visti la discarica, che anziché chiudere rimane aperta. Sono anche troppo civili come comportamenti, altrove si sarebbe iniziato a lanciare molotov e personalmente, pur da nonviolento non mi sentirei di condannarli troppo...

Il 7 Maggio c'è la manifestazione contro la discarica a San Giovanni Valdarno (la discarica è a 2 km dall'abitato nostro e a quasi 10 km da quello di Terranova Bracciolini, che pure è il comune che ne guadagna, salvo qualche spicciolo che arriva dagli ultimi accordi anche a noi) e la speranza di una più ampia partecipazione è scontata, come quella di una protesta più convinta ed adeguata.

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30/04/2011

Da La Nazione di Arezzo

 

«Stop rifluti›› : osservatorio richiesta choc appello alla provincia per sospendere durante l'ampliamento il conferimento in discarica

LA RIUNIONE è stata un fiume, la notizia un fulmine. L'osservatorio di Podere Rota ha richiesto alla conferenza dei servizi della Pro-vincia l'immediata sospensione del conferimento dei rifiuti all'interno della discarica fino a quando i lavori di ampliamento non saranno conclusi. Una richiesta importante giunta all'interno di un dibattito serale all'interno dell'aula del consiglio di Terranuova che ha avuto inizio dopo le 21,30 concludendosi a notte fonda. L'osservatorio, che tramite il suo presidente Maurizio Viligiardi nel pomeriggio di giovedì aveva ottenuto un incontro con il professor Beretta, con oggetto le modalità ed i risultati delle analisi da quest'ultimo effettuate che poi hanno portato all'autorizzazione d'impatto ambientale della conferenza dei servizi della provincia, ha dunque inoltrato una domanda precisa, che la conferenza dei servizi ha accolto verbalmente riservandosi ovviamente di rispondere fissando per la fine di maggio un nuovo incontro per fare i punto della situazione. Certo è che se dovesse essere approvata la richiesta, il piano interprovinciale dei rifiuti vacillerebbe e non poco, dato che a Podere Rota arriva spazzatura più o meno differenziata non solo dal Valdarno aretino, ma anche da Firenze, dal fiorentino e da Arezzo. Ed è proprio di due giorni fa notizia dei rinnovo dell'accordo sul conferimento dei rifiuti nel bacino valdamese provenienti da Firenze (55mila tonnellate annue). Ma la richiesta dell'osservatorio giovedì sera non è stata una sola. Sono infatti altre le prescrizioni rivendicate, anche se ancora ci sarà da aspettare. ALLA FINE di maggio verranno analizzati i primi dati sul monitoraggio in corso sui cattivi odori, a quel punto si starà a vedere. In conclusione però l'ente presieduto da Viligiardi non è rimasto soddisfatto dell'esito della riunione serale, anche perché per gli interventi i presenti hanno dovuto aspettare notte fonda. Ma assemblea sulla discarica a parte, a questo punto il calendario per quanto riguarda Podere Rota torna a farsi caldo. ll 7 maggio manifestazione di protesta a San Giovanni, poi summit sul monitoraggio e quindi eventuali prese di posizione e provvedimenti da adottare. Di certo la situazione di emergenza rifiuti nella quale sta scivolando il territorio toscano sta facendo preoccupare e non poco la popolazione; se si allarga di poco l'obiettivo infatti in Valdarno pare esserci un altro sito pronto ad essere utilizzato in caso di emergenza totale, a pochi chilometri da San Giovanni (in linea d'aria neppure 4), che risponde al nome di Le Borra. Un'area fisicamente a Figline, ma in realtà al confine con Cavriglia nella quale sarebbero dovute giungere in futuro solo le ceneri dell'inceneritore. L'incubo di tutti però, è che in caso di emergenza, Le Borra possa divenire un sito atto ad ospitare rifiuti tal quali provenienti da Firenze, una nuova Podere a breve distanza dall'altra. Un dazio troppo alto da pagare per la comunità del Valdarno, che in quanto a discariche, pare aver già pagato anche troppo.

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28/04/2011

Associazione "Vittime di Podere Rota" : Comunicato stampa 

L'associazione ha indetto una manifestazione di protesta per i disagi causati dalle modalità operative della di­scarica, e dal suo imminente ampliamento, deliberato dalle autorità competenti in modo non ade­gua­ta­men­te valutato e forse non esente da rischi. Nessuno dei problemi che hanno costellato di pause, incertezze e rinvii la fase di V.I.A. svolta dalla conferenza dei servizi della provincia di Arezzo è stato risolto.

Obiettivo principale e immediato: no all'ampliamento a tutti i costi dell'impianto di Podere Rota

Altri obiettivi di medio termine: ridefinizione della politica di gestione dei rifiuti, con revisione dell'intero ciclo (produzione-consumo-raccolta-smaltimento), e con ripartizione EQUA e proporzionata alle aree territoriali dei disagi finali

Luogo: comuni di s.Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini

Data: sabato 7 maggio 2011

Concentramento: s.Giovanni Valdarno, piazza della Libertà, ore 17

Percorso del corteo:

nel territorio del comune di s.Giovanni Valdarno:

1) da Piazza della Libertà - via Garibaldi - angolo corso Italia - via Peruzzi - via Napoli - piazza Dal­la Chiesa - via Venezia - lungarno Don Minzoni - ponte Pertini -  via della Badiola;

2) Sosta nei pressi del circolo La Badiola, dove si presume di arrivare intorno alle ore 18, della du­rata di circa mezz'ora, con secondo breve comizio ed intrattenimento musicale;

nel territorio del comune di Terranuova Bracciolini:

3) dalle 18.30 circa - ripresa del corteo, nella strada provinciale delle Balze, fino al raggiungimento del piazzale antistante gli impianti della discarica di Podere Rota, dove verrà effettuata una sosta di circa venti minuti, al termine dei quali la manifestazione verrà sciolta.

Approfondimenti:

1 – Con la manifestazione di sabato vorremo che gli enti preposti si prendessero carico seriamente e con FATTI immediati della situazione che ormai è degenerata, i cittadini subiscono da anni i disagi che la di­sca­ri­ca provoca, ultimamente la situazione è peggiorata, noi ci chiediamo come possa esser stato concesso un am­pliamento a una discarica che si sarebbe dovuta chiudere o drasticamente ridimensionare già da tempo, per i disagi continui che provocava già prima dell'ampliamento; chiediamo controllo permanente sulla qualità del­l'aria e delle acque nelle zone circostanti, con partecipazione diretta dei cittadini alla gestione del con­trol­lo, secondo modalità da discutere, e che vanno ben al di là dell'attuale osservatorio, per i numerosi e pesanti li­miti che l'hanno finora caratterizzato; chiediamo che i cittadini dopo 20 anni possano finalmente cessare di es­ser prigionieri di una discarica che ha evidenti problemi, e che ha pressoché esaurito il suo ciclo ra­gio­ne­vo­le e sicuro di vita, questione di cui sinora nessuno si è mai fatto seriamente carico.

2 – Cercheremo di coinvolgere tutta la popolazione dei 3 comuni maggiormente interessati, ma anche la cit­ta­dinanza di quei comuni che si limitano a inviarci i loro rifiuti da lontano; cercheremo di rendere ogni per­so­na sensibile al problema grave e senza prospettive che l'attuale modo di vivere, alimentarsi, consumare e smal­tire i rifiuti comporta per tutto il nostro territorio, l'ambiente e la salute di tutti, i quali vanno tutelati con con­vinzione, serietà, onestà e GIUSTIZIA; cerchiamo di coinvolgere vari comuni del Valdarno, alcuni dei qua­li mostrano di essere più comprensivi nei confronti delle nostre iniziative.

3 – Dalla città di Terranuova Bracciolini ci aspettiamo una revisione drastica della propria storica politica dei ri­fiuti, basata su uno scambio tra sottomissione alle basse necessità e alle inadempienze di comuni lontani e po­tenti e compensazioni puramente monetarie, utilizzate oltretutto da sempre al di fuori delle necessità di una a­zione di riduzione del disagio delle popolazioni prossime alla discarica; dalla città di San Giovanni ci aspet­tiamo una posizione netta sui problemi che sta creando Podere Rota, soprattutto ai PROPRI cittadini, sen­za rincorrere il comune di Terranuova nella sua storica e ingiusta politica ambientale, al fine di ottenere qual­che briciola dei proventi del disagio; da tutte le amministrazioni locali ci aspettiamo che si facciano dav­ve­ro portavoce dei cittadini nei confronti degli enti di superiore istanza, Provincia e Regione; è tempo che queste ultime mettano all'ordine del giorno una reale risoluzione del problema, con una revisione della po­li­ti­ca dei rifiuti e l'iden­ti­ficazione di un'alternativa fuori dal Valdarno, area che non è assolutamente affetta da una sindrome di tipo "nimby", perché ha già dato il suo pluridecennale contributo alla sopportazione del pro­ble­ma, più di mol­tis­si­me se non di ogni altra area della regione, e che adesso ha esaurito la sua pazienza e la sua comprensione del­le esigenze e delle comodità di altre aree; ognuno deve entrare nell'ordine di idee per cui è tempo che im­pa­ri a farsi carico dei propri rifiuti, in primo luogo creandone meno, e in secondo luogo smet­tendo di sca­ri­car­li sugli altri.

4 – Le nostre critiche sul modo decisamente insoddisfacente con cui è stato creato e condotto l'osservatorio del­la discarica sono sintetizzate dalle seguenti domande:

perché non è mai stato approvato un regolamento?

perché, anche solo nel mettere a disposizione i documenti, non si percepisce una vera volontà di tra­spa­ren­za e di fiducia reciproca?

perché non esistono verbali delle sedute, per cui niente di quello che viene detto e deciso può essere attuato o anche semplicemente verificato, né possono i rappresentanti dei cittadini dare testimonianza attendibile e controllata ai loro rappresentati?

perché non vengono stanziati soldi a disposizione per l’osservatorio, con il rischio che anche eventuali azio­ni di monitoraggio o di correzione che possono essere intraprese su sua proposta vengano finanziate ad­de­bi­tan­dole ai cittadini in tasse?

perché quando i cittadini hanno segnalato in questi due mesi (marzo e aprile) agli enti di controllo come Arpat o Asl la presenza dei cattivi odori della discarica e ne hanno chiesto l’intervento per verificare il disagio e le cause che lo provocano, spesso si son sentiti rispondere che c’è un monitoraggio in corso e che è l’osservatorio ad essersi assunto  il compito di raccogliere le segnalazioni e di elaborarle, quasi che esso si configurasse come un alibi sostitutivo alle funzioni DI TUTTI GLI ENTI deputati alla  tutela della salute e del territorio?

perché alla richiesta di convocazione dell’Osservatorio da parte del presidente Maurizio Viligiardi di una riunione in cui il Prof. Beretta (incaricato dalla Provincia come consulente nel lavoro della Conferenza dei Servizi), alla presenza dei consiglieri comunali dei tre comuni, illustrasse la relazione svolta nella fase di autorizzazione all’ampliamento si è risposto cercando di dare di fatto un secondo utilizzo alla riunione (cioè la presentazione dell’AIA autorizzazione integrata ambientale da parte della provincia)?

5 – In relazione alla appena menzionata presentazione AIA, il dirigente del servizio ecologia della provincia di Arezzo aveva preannunciato la intenzione sua e dell'assessore competente Cutini di convocare una riu­nio­ne a ta­le scopo, nel corso del­l'in­contro con i cittadini partecipanti all'indagine sull'emissione odorigena degli im­pian­ti, tenutosi sem­pre a Terranuova il giorno mercoledì 6 u.s., sia pure indicando una data diversa, del re­sto non tas­sativamente definita;  abbiamo poi appreso la reale esistenza di questo importante ap­pun­ta­men­to, e la sua data, con scar­sissimo preavviso, e senza ricevere alcuna comunicazione diretta; e questo ac­ca­de non solo a noi, intendiamo alla nostra associazione o ai suoi membri, che pure erano presenti il 6.4: ciò sa­rebbe dav­vero ben poca cosa, data l'estrema modestia delle nostre persone, nonostante i contributi che in­di­vi­dual­men­te e collettivamente da qualche anno esse hanno cercato di dare in relazione al pro­ble­ma dello smal­ti­men­to dei rifiuti e ai di­sagi ch'esso provoca alla popolazione; ma è ragionevole affermare che avvenga anche alla generalità dei cittadini dei tre comuni maggiormente (a vario titolo) coinvolti dai disagi connessi all'operare della discarica, Terranuova Bracciolini, s.Giovanni Valdarno e Castelfranco, finanche a quei cit­ta­di­ni che abi­tano nei pressi della discarica, e persino – ancor più – a quelli tra loro che hanno finora col­la­bo­ra­to al­l'esperimento di rilevazione odori, i quali sono pressoché completamente disinformati dell'appuntamento, con l'ec­ce­zio­ne di coloro che avessero casualmente incontrato nelle loro letture o ascolti della televisione le po­chissime fonti che ne hanno dato notizia: infatti, nessuna comunicazione ufficiale del­l'ap­pun­ta­men­to è sta­ta in qualche modo emessa, da Cutini, Lucci, o dai sindaci dei tre comuni, per lettera o mediante af­fis­sione o in qualche altro modo. In altre parole questa presentazione, pur così importante, ci appare convocata in mo­do quanto me­no evanescente, e tale da costringerci – di malgrado – a dubitare che i promotori dell'iniziativa ab­biano realmente avuto l'intenzione di coinvolgere la popolazione. Questo aspetto, a nostro mo­de­sto pa­re­re, sminuisce gravemente il valore dell'iniziativa, riducendola nella migliore delle ipotesi a uno stadio pre­li­mi­na­re di un processo meglio definito e condotto, che possa con giustizia e ragione fre­giarsi del titolo di “presentazione di autorizzazione ambientale integrata” secondo le norme vigenti.

6 – In relazione all'esperimento di monitoraggio pro­posto da Arpat e in corso di svolgimento, relativo alla rilevazione dei disagi olfattivi prodotti dagli impianti di discarica e di com­po­stag­gio, rinviamo alla lettera, profondamente dettagliata, fortemente critica ma al contempo propositiva, dei rappresentanti dei cittadini nell'osservatorio Naldini e Lisciandro alle autorità pubbliche e imprese private partecipanti all'osservatorio in data 18.03.2011. In particolare, segnaliamo la necessità di:

effettuare il monitoraggio in quattro distinti periodi dell’anno 2011, di durata di 60 giorni ciascuno e coin­ci­den­ti con le stagioni meteorologiche;

ripetere il monitoraggio, nelle stesse condizioni e modalità, salvo modifiche concordate tra le parti, almeno una volta l’anno per gli anni (almeno) 2012 e 2013, in coincidenza del periodo dell’anno precedente che ha da­to maggiori disagi olfattivi o a seguito di segnalazioni di disagio dei cittadini;

prevedere la rilevazione olfattiva da parte del personale degli Enti competenti presso alcuni recettori pre­sta­bi­liti, a cadenze regolari e comunque almeno 1 volta ogni due settimane, per l’intero periodo di monitoraggio;

svolgere un controllo costante della gestione della discarica e del compostaggio nell’intero periodo di mo­ni­to­raggio, con acquisizione dei dati di processo di entrambi gli impianti (ad es. T, umidità, os­sigeno, portata di aspi­razione, gestione porte di accesso; difformità, quantità e tipologia dei rifiuti in ingresso;FOS prodotta, FOS di terzi immessa in discarica, indice respirometrico della FOS prodotta e uti­lizzata; orari di accettazione rifiuti in di­scarica e inizio/fine delle operazioni di copertura giornaliera dopo chiusura conferimenti; quantità e tipologia dei rifiuti conferiti; portate in ingresso all’impianto di combustione del biogas, andamento dell’impianto di aspi­ra­zione del biogas; qualità delle emissioni in atmosfera; rilevazione di eventuali guasti o disfunzioni in entrambi gli impianti);

ufficializzare e formalizzare l'esperimento e le ulteriori attività di monitoraggio, integrate delle pre­senti con­di­zio­ni (ulteriormente dettagliate), con un Accordo di intenti tra i soggetti in indirizzo e le libere associazioni di cit­ta­dini che hanno sviluppato e promosso la consapevolezza pubblica dei pro­blemi connessi alle operazioni de­gli impianti, e la relativa ricerca di soluzioni;

determinare una data entro la quale deve essere data una risposta alla valutazione del­l'impatto odorigeno in base ai dati raccolti nel monitoraggio che sia non solo verbale e consolatoria, ma concreta e con­seguente in re­lazione al proseguimento e alla portata delle attività; stabilendo quindi se i provvedimenti presi  siano giu­di­ca­ti idonei o non idonei a risolvere il problema;

sostenere le attività indicate con risorse messe a disposizione sia dalla provincia di Arezzo, che ha già sostenuto gli oneri connessi all’incarico con­ferito al prof. Beretta, sia dal comune di Terranuova Bracciolini, avvalendosi dei cospicui fondi versati dalle so­cietà TB S.p.A. e CSAI S.p.A per il disagio ambientale;

svolgere le succitate attività con la partecipazione di un numero minimo di ope­ratori che operino in loco a tempo pieno, con piena libertà di movimento all'interno degli impianti, fatte salve le abi­tuali condizioni di sicurezza cui si conforma regolarmente il personale dipendente dalle società che ge­sti­sco­no gli impianti, e accesso alla documentazione tecnica posseduta dalle società; a tal fine si suggerisce l'as­se­gnazione di due borse di studio, da assegnare previo bando pubblico di concorso per titoli e colloquio a dot­tori di ricerca o giovani neo-laureati in materie chimico-ambientali (da parte di una commissione ade­gua­ta­men­te composta tanto sul piano tecnico-scientifico che su quello di una qualificata partecipazione della po­po­la­zio­ne coinvolta), che opereranno stabilmente presso gli impianti, sotto la direzione scientifica del personale AR­PAT che coordina lo svolgimento dell'esperimento di monitoraggio.

7 – Alla manifestazione ci saranno vari striscioni/cartelloni che esprimeranno il nostro malessere e le nostre ri­chieste, vogliamo far capire che siamo stati abbandonati per troppo tempo, si è sempre cercato di aggirare il pro­blema, senza prenderne seriamente atto, questo ampliamento lo si sta realizzando a tutti i costi, no­no­stan­te numerose e crescenti prescrizioni che restano lettera morta, a quanto si vede dai loro effetti (come le ce­lebrate "grida manzoniane"!); non vogliamo più essere le vittime sacrificabili di inadempienze autorevoli, di in­teressi variamente configurati e messi in ombra, di pigrizia, scarsa capacità, totale assenza di lungimiranza am­ministrative!

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28/04/2011

Lettera a A Patrizio Lucci – Dirigente servizio ecologia della provincia di Arezzo

 

La nostra associazione , per mano del presidente Andrea Battinelli , ha inviato a Patrizio Lucci una lettera per avere chiarimenti riguardo alla presunta presentazione dell' A.I.A. , prevista per giovedì 28 Aprile. Ecco il testo della lettera

 

Egregio responsabile del servizio ecologia della provincia di Arezzo,

alcuni soci dell'associazione ed io stesso abbiamo appreso dalla stampa, marginalmente, della sua de­cisione di svolgere la presentazione della modifica sostanziale all'autorizzazione integrata am­bien­tale a C.S.A.I., oggetto del suo provvedimento dirigenziale n° 48/EC del 14.3.2011, nel giorno gio­vedì 28 p.v. presso la sala consiliare del comune di Terranuova. La prego in primo luogo di vo­ler­mi confermare l'esattezza di questa notizia, che potrebbe essere stata divulgata erroneamente dai mez­zi di comunicazione, o erroneamente interpretata da noi. Aggiungo in proposito, in particolare, che lei aveva preannunciato la sua intenzione di convocare una riunione a tale scopo nel corso del­l'in­contro con i cittadini partecipanti all'indagine sull'emissione odorigena degli impianti, tenutosi sem­pre a Terranuova il giorno mercoledì 6 u.s., sia pure indicando una data diversa, del resto non tas­sativamente definita (come lei stesso non ha mancato di chiarire).

Adesso apprendiamo la reale esistenza di questo importante appuntamento, e la sua data, con scar­sissimo preavviso, e senza ricevere alcuna comunicazione diretta; e questo accade non solo a noi, intendo alla nostra associazione o ai suoi membri, che pure erano presenti il 6.4: ciò sarebbe dav­vero ben poca cosa, data l'estrema modestia delle nostre persone, nonostante i contributi che in­di­vidualmente e collettivamente da qualche anno esse hanno cercato di dare in relazione al pro­ble­ma dello smaltimento dei rifiuti e ai di­sagi ch'esso provoca alla popolazione, come spero non avrà man­cato talora di notare; ma è ragionevole affermare che avvenga anche alla generalità dei cittadini dei tre comuni maggiormente (a vario titolo) coinvolti dai disagi connessi all'operare della discarica, Terranuova Bracciolini, s.Giovanni Valdarno e Castelfranco, finanche a quel­li che abi­tano nei pressi della discarica, e persino - ancor più – a quelli tra loro che hanno finora col­la­borato al­l'esperimento di rilevazione odori, i quali sono preccosché completamente disinformati dell'appuntamento, con l'ec­ce­zio­ne di coloro che avessero casualmente incontrato nelle loro letture o ascolti della televisione le po­chissime fonti che ne hanno dato notizia: infatti, nessuna comunicazione ufficiale del­l'ap­pun­ta­men­to è stata in qualche modo emessa, da lei o dai sindaci dei tre comuni, per lettera o mediante af­fis­sione o in qualche altro modo.

In altre parole questa presentazione, pur così importante, ci appare convocata in modo quanto me­no evanescente, e tale da costringerci – di malgrado – a dubitare che i promotori dell'iniziativa ab­biano realmente avuto l'intenzione di coinvolgere la popolazione. Questo aspetto, a nostro mo­de­sto parere, sminuisce gravemente il valore dell'iniziativa, riducendola nella migliore delle ipotesi a uno stadio preliminare di un processo meglio definito e condotto, che possa con giustizia e ragione fre­giarsi del titolo di “presentazione di autorizzazione ambientale integrata” secondo le norme vigenti.

La ringrazio della cortese attenzione, e le invio i miei saluti

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26/04/2011

 

Da "la voce del Martedì"

Per leggere l'articolo direttamente dal sito della voce del Martedì clicca qui


Osservatorio sulla Discarica di Podere Rota.

 

 

 

Questa settimana abbiamo ricevuto un contributo di Catia Naldini, 47 anni, impiegata presso un'azienda di San Giovanni, dal Febbraio 2010 eletta rapprresentante dei cittadini per l'Osservatorio della Discarica di Podere Rota. La Ringraziamo e pubblichiamo.

Poco più di un anno fa è nato l’Osservatorio della Discarica di Podere Rota, uno strumento voluto dai cittadini e da alcune amministrazioni comunali, in seguito alla difficile risoluzione e all’incremento dei disagi provocati dalla Discarica di Podere Rota.

 

 

 

Nell’Osservatorio i rappresentanti delle amministrazioni e dei cittadini dei comuni di Terranuova B.ni, San Giovanni V.no, Castelfranco di Sopra e i rappresentanti delle società della discarica, dall’ASL, dell’ARPAT e dell’ATO si riuniscono per affrontare insieme alcuni aspetti legati alla discarica stessa e per individuare possibili soluzioni. La nascita dell’osservatorio ha finalmente dato avvio ad un percorso di partecipazione dei cittadini alla questione spinosa della gestione dei rifiuti e dei problemi ad essa connessa.

Uno dei problemi legati alla discarica più “sentiti” dalla popolazione e quindi ampiamente dibattuto all’interno dell’osservatorio è sicuramente quello dei cattivi odori, fortemente incrementato negli ultimi anni. Dopo l’esperienza del monitoraggio degli odori con i nasi elettronici, sempre sul trend della partecipazione dei cittadini, in ottemperanza ad una prescrizione della Provincia sul procedimento di VIA ,è stato attivato un monitoraggio odori partecipato in cui gli stessi cittadini si sono messi a disposizione come rilevatori degli odori, mentre di pari passo gli altri attori in gioco verificavano a quali attività corrispondessero picchi di emissioni odorigene per poter poi prendere i dovuti provvedimenti. Eppure, nonostante questi buoni propositi di partecipazione dei cittadini e di volontà di analisi e risoluzione dei problemi molti dubbi rimangono sulla vera sostanza di queste azioni e sul modo di condurre questi rapporti di collaborazione.

Come rappresentante dei cittadini di San Giovanni all’interno dell’Osservatorio quotidianamente mi scontro con una serie di perplessità e atteggiamenti sterili che portano a pensare che l’Osservatorio in realtà sia una struttura dovuta, fine a se stessa e di parvenza, che esiste nella carta formalmente che è servita a giustificare certe scelte e rafforzare certe decisioni, (viene riportato a prova e motivazione di certe scelte e decisioni nelle convenzioni tra le società e i comuni, nella VIA e nell’AIA) ma che in realtà non esiste funzionalmente ed invece di essere uno STRUMENTO di lavoro di confronto e di incontro, rischia di essere strumentalizzato proprio dagli enti preposti alla tutela controllo. Le motivazioni che portano a queste considerazioni sono molteplici, ne elencherò alcune sperando di suscitare una proficua discussione e cercando di coinvolgere tante persone che vivendo “sufficientemente lontane da non sentire il puzzo” spesso si dimenticano di ciò che la presenza della discarica implica nel nostro territorio e nella nostra vita.

Senza dubbio l’osservatorio sta dando dei risultati: ha accorciato notevolmente le distanze tra i cittadini, le società e gli enti di controllo e inoltre fa da cassa di risonanza di alcune istanze che fino a poco tempo fa erano interesse e prerogativa solo di pochi. Di fatto però l’osservatorio non funziona o ancora non funziona come dovrebbe :

 

 

• perché non è mai stato approvato un regolamento?

 

• perché , anche solo nel mettere a disposizione i documenti, non si percepisce una vera volontà di trasparenza e di fiducia reciproca?

 

• perché soprattutto non esistono verbali delle sedute, per cui niente di quello che viene detto e deciso può essere attuato o anche semplicemente verificato?

 

• Perché non vengono stanziati soldi a disposizione per l’Osservatorio, con il rischio che anche eventuali azioni di monitoraggio o di correzione che possono essere intraprese su proposta dell’Osservatorio vengano finanziate addebitandole ai cittadini in tasse?

 

• Perché quando i cittadini hanno segnalato in questi due mesi (marzo e aprile) agli enti di controllo come ARPAT o ASL la presenza dei cattivi odori della discarica e hanno chiesto l’intervento per verificare il disagio e la causa che lo provoca, spesso è stato riposto che c’è un monitoraggio in corso e che l’osservatorio si è assunto il compito di raccogliere le segnalazioni e di elaborarle, come se l’Osservatorio si sostituisse alle funzioni DI TUTTI GLI ENTI deputati alla tutela della salute e del territorio.?

 

• Perché in questo scenario NON a tutti gli attori è ben chiara la propria mansione e responsabilità e non c’è voglia di fare chiarezza?

 

• Perché, alla richiesta da parte del presidente Maurizio Viligiardi di convocazione dell’Osservatorio alla presenza dei consiglieri comunali dei tre comuni in cui il Prof. Beretta (incaricato dalla Provincia come consulente nel lavoro della Conferenza dei Servizi) illustri la relazione svolta nella fase di autorizzazione all’ampliamento) si è cercato di darne un altro utilizzo? (presentazione dell’AIA da parte della provincia) e perché non è ancora chiaro se sia stata correttamente evaso l’invito e l’ordine del giorno a tutti i consiglieri comunali?

 

• Perché, nonostante anni di segnalazioni, collaborazioni, preghiere, lettere, mozioni..i problemi non sono stati né eliminati né mitigati e ad oggi SI EVIDENZIA UN PROGRESSIVO e NETTO PEGGIORAMENTO?

 

• perché è ritenuto sufficiente ottemperare e rispettare le normative giuridiche, tecniche, ambientali? e il rispetto della qualità di vita ? e il rispetto della dignità umana, per il diritto a vivere in libertà?

 

• Perché alla luce degli ultimi eventi, è stato dato un ampliamento a tutti i costi, ad un impianto di discarica troppo vicino al centro abitato? perché non sono stati considerati i disagi che provoca ai cittadini che ci vivono? cosa pensano di fare le amministrazioni nell’assolvere al loro ruolo di tutela dei diritti dei cittadini?

 

 

Catia Naldini

 

 


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13/04/2011

 

 

 

Da "Il nuovo corriere aretino"

 

 

 

 

 

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13/04/2011

 

 

 

Da "La Nazione - Arezzo"

 

 

 

 

 

 

 

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12/04/2011

 

 

 

Ufficio stampa Regione Toscana

- leggi la notizia su Arezzonotizie.it -

 

 

 

Mugnai: "C'è poco da argomentare: Podere Rota puzza"

 

 

 

C’è poco da argomentare: Podere Rota puzza ed è ora che le istituzioni e le autorità competenti pongano un argine alla situazione sempre più invivibile cui sono costretti i cittadini della zona. Parola del Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione Sanità) che ancora una volta si fa portavoce delle innumerevoli segnalazioni di quanti da anni sono ostaggio perenne di miasmi feroci che avvelenano notti e giorni.

 

 

 

Sempre peggio, per altro: «Se un tempo i disagi erano pesanti solo per quanti abitavano nei paraggi ristretti della discarica – spiega Mugnai – oggi a lamentare i problemi del cattivo odore sono anche famiglie di San Giovanni Valdarno, di Castelfranco di Sopra, di Terranuova Bracciolini… questo significa che il raggio del problema si è allargato. E con il possibile ampliamento della discarica in vista – conclude – non si possono certo prevedere miglioramenti. Il tutto nell’assenza totale di chi dovrebbe tutelare la salute pubblica e proprio nel momento in cui il monitoraggio sugli odori è fermo». Già: il monitoraggio sugli odori. Sì perché i cittadini ormai sono loro malgrado degli esperti sui flussi odoriferi e si sono messi a disposizione, nel marzo scorso, per un monitoraggio. Peccato però che adesso quei dati siano teoricamente resi inutili dalla modificazione delle procedure: «Stando a quanto ci viene riferito da chi abita nella zona – racconta infatti Mugnai – è da poco ripresa la copertura serale della discarica con la Fos (frazione organica stabilizzata), anziché con la terra come accadeva nel periodo del monitoraggio. Ciò implica capacità inertizzanti diverse. E infatti anche i tipi e gli orari dei miasmi sono nel frattempo cambiati».

 

 

 

Come Vicepresidente della Commissione regionale Sanità, Mugnai è pronto a presentare una nuova interrogazione urgente agli assessori al diritto alla salute Daniela Scaramuccia e all’ambiente Annarita Bramerini: «Bisogna che una volta per tutte la giunta regionale prenda in mano la vicenda di Podere Rota ed esponga chiare e definite proposte di soluzione per un problema che può sì parere particolare e circoscritto al Valdarno, ma che in realtà investe una questione di carattere più generale: la mancanza di gestione politica e strategica del ciclo dei rifiuti in tutta la Toscana. Podere Rota è il frutto di questa carenza».

 

 

 

L’intenzione di Mugnai è quella di arrivare quanto prima a dirimere la faccenda, anche chiedendo spiegazioni trasparenti sulla metodologia con cui è stato condotto il monitoraggio sugli odori: «I tempi stringono – afferma l’esponente del Pdl – in proporzione a una contingenza che vede i cittadini ormai esasperati dai miasmi, obbligati a sentirsi prigionieri in casa loro e costretti ad assistere impotenti ad un aumento nel territorio dell’incidenza di patologie che potrebbero essere legate alla discarica. Oggi più che mai, con una stagione meteorologica che espone a inversioni termiche fatali per la produzione di odori nauseabondi, è urgente che tutte le istituzioni coinvolte si adoperino per restituire a questi valdarnesi la qualità della vita che tutti meritano».

 

 

 

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11/04/2011

 

 

 

  Dal sito dell'ARPAT

 

 

 

Controllo ambientale - modellistica per la qualità dell'aria - Livorno - Odori - Arezzo

 

 

 

 

 

 

Indagine sociale sul disturbo olfattivo

 

 

 

 

- leggi la notizia sul sito dell'ARPAT-

 

 

 

 

 

I casi del polo di gestione dei rifiuti di Casa Rota (Arezzo) e dell'area nord della città di Livorno. Due esperienze in corso di coinvolgimento attivo dei cittadini per affrontare situazioni critiche di disturbo olfattivo, in collaborazione con gli enti locali interessati. Il contributo della popolazione utile per effettuare una valutazione quantitativa dei problemi, stante le particolari caratteristiche della percezione degli odori e la mancanza di una normativa che individui i metodi di misura e i limiti a cui riferirsi.

 

 

 

068-11 - Indagine sociale sul disturbo olfattivo

 

 

 

Il problema degli impatti olfattivi determinati da diverse tipologie di attività antropiche è sempre più avvertito in molti contesti della Toscana. Più frequentemente questo problema è lamentato rispetto alle emissioni degli impianti di gestione dei rifiuti. In generale, infatti, può verificarsi un oggettivo disagio legato alla presenza di forti maleodoranze avvertite dalla popolazione e contenute nelle emissioni in atmosfera (diffuse e/o convogliate) anche quando siano stati già ottimizzati i processi produttivi ed adottate misure per il contenimento dell’impatto ambientale, nel rispetto delle prescrizioni indicate dalle Amministrazioni locali.

 

 

 

Recentemente ARPAT è stata attivata dagli Enti locali per studiare e fronteggiare il problema delle maleodoranze diffuse dall’impianto di selezione e compostaggio e dalla discarica in località Casa Rota (AR) e da varie attività che trattano rifiuti, tra cui l’inceneritore A.A.M.P.S., l’impianto di trattamento fanghi IFT ASA e l’azienda di inertizzazione rifiuti RA.RI., collocati nell’area produttiva Picchianti posta nella zona nord della città di Livorno.

 

 

 

 

 

 

 

Nell’area di Casa Rota (Comune di Terranuova Bracciolini) è presente una discarica di rifiuti urbani e rifiuti speciali (RU/RS) e il problema degli odori ha accompagnato, con fasi alterne, tutta la vita dell’impianto, ma il problema si è notevolmente acuito in seguito all’attivazione nella stessa area del nuovo impianto di selezione e compostaggio, determinando segnalazioni pressoché continue da parte della popolazione.

 

 

 

I numerosissimi interventi effettuati dai tecnici ARPAT non hanno però permesso di effettuare una valutazione quantitativa al problema, stante le particolari caratteristiche della percezione degli odori.

 

 

 

Sono state comunque messe in atto azioni di miglioramento impiantistico e gestionale, così come sono stati organizzati, di concerto con le amministrazioni locali (Provincia e comuni) incontri con le popolazioni interessate per illustrare le azioni intraprese: ciononostante il conflitto sociale permane a livelli molto elevati e si è costituito uno specifico comitato di cittadini.

 

 

 

Per quanto riguarda il caso di Livorno, nel 2010 sono pervenuti al Dipartimento provinciale ARPAT di Livorno 163 esposti relativi a varie matrici ambientali (aria, rumore, inquinamento delle acque, rifiuti e bonifiche, campi elettromagnetici), prevalentemente provenienti dalle zone centro settentrionali di Livorno. In particolare oltre il 50% delle segnalazioni proviene dalle Circoscrizioni 1 e 2 della città e riguarda sia le emissioni industriali in atmosfera sia, più frequentemente, lamentele relative a sostanze maleodoranti, polveri ecc.

 

 

 

Nel corso degli ultimi anni l’Amministrazione Provinciale di Livorno, con il rilascio degli opportuni atti autorizzativi alle Aziende che insistono su quest’area, ha avuto come obiettivo il miglioramento dell’assetto impiantistico prescrivendo l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili. Ha inoltre attuato i piani di monitoraggio e controllo di tutte le matrici ambientali avvalendosi del supporto tecnico di ARPAT.

 

 

 

 

 

 

 

Ad Arezzo, sempre nel 2010, su un totale di 294 esposti pervenuti, relativi alle diverse matrici ambientali, ben 101 hanno riguardato le emissioni in atmosfera - tra le quali sono ricompresi gli odori - e tra questi 42 solo dall’area della discarica di Podere Rota.

 

 

 

 

 

 

 

Il disturbo olfattivo è uno dei fenomeni che possono interferire negativamente con lo stato di benessere dell’organismo umano; tuttavia non è facilmente misurabile con strumenti comuni e diffusi, né è semplice ed univoco quantificare il rapporto tra percezione umana e concentrazione delle sostanze odorigene (cioè tra la quantità, in aria, di sostanze che producono “cattivo” odore). In altre parole è possibile che una medesima concentrazione di sostanza odorigena sia fortemente percepita da un individuo e non percepita affatto da un altro: dunque è complessa la definizione oggettiva della soglia del disturbo olfattivo.

 

 

 

Non esiste al momento alcuna normativa nazionale o regionale vigente che individui i metodi di misura e i limiti a cui riferirsi. Pertanto risultano necessarie forme di indagine diverse dalle misure strumentali, come ad esempio la cosiddetta “indagine sociale”, uno studio che coinvolge direttamente i cittadini che risiedono o lavorano nelle aree in cui le maleodoranze vengono avvertite.

 

 

 

 

 

 

 

ARPAT sta seguendo direttamente due indagini sociali, una già in corso attorno al sito di Casa Rota ed una in fase di avvio attorno all’area Picchianti, ispirandosi agli esempi raccolti in altre esperienze simili come riportate in linee guida (Regione Lombardia, 2010, in bozza) o norme tecniche (VDI- 3883, Germania, 1993) adottate in altre realtà.

 

 

 

 

 

 

 

Per quanto riguarda il polo di gestione dei rifiuti in località Casa Rota, l’indagine è iniziata il 1° marzo scorso ed è sostenuta dalla Provincia di Arezzo e dai Comuni di Terranuova Bracciolini, San Giovanni Valdarno e Castelfranco di Sopra. La metodologia è stata messa a punto dal Centro di Riferimento per la Modellistica di Qualità dell’Aria (CRMQA) di ARPAT, in collaborazione con il Dipartimento ARPAT di Arezzo. La medesima metodologia, con solo qualche modifica per un migliore adattamento allo specifico contesto urbano di Livorno, è stata proposta per l’indagine sociale nell’area Picchianti

 

 

 

 

 

 

 

Ai cittadini che partecipano all’indagine sociale, individuati su base volontaria, viene richiesto di compilare quotidianamente, per un periodo compreso tra 2 e 3 mesi, una scheda di rilevazione delle maleodoranze percepite. La scheda è costituita da una griglia in cui riportare, per ogni ora e per ogni giorno del mese a cui la scheda si riferisce, un simbolo codificato che specifica la percezione o meno del disturbo olfattivo e, in caso positivo, la sua intensità. È inoltre possibile aggiungere ogni annotazione che il rilevatore ritenga utile od opportuna per meglio identificare la natura e l’eventuale origine dell’odore.

 

 

 

L’insieme delle schede compilate per la durata dell’indagine costituisce la base della successiva elaborazione ed analisi degli eventi di maleorodranza che si avvarrà di tecniche di statistiche adeguate alla quantità dei dati raccolti. Inoltre, incrociando i dati contenuti nelle schede con quelli meteorologici misurati localmente, sarà presumibilmente possibile valutare l’effettivo contributo delle emissioni odorigene dovute agli impianti presenti nella zona, distinguendolo da quello di altre eventuali sorgenti. L’obbiettivo finale dell’indagine è la miglior quantificazione del fenomeno, l’individuazione della/e sorgente/i odorigena/e, ovvero la specifica attività responsabile di tale emissione, al fine di indicare le azioni e gli interventi specifici da attuare ed eventualmente da prescrivere negli atti autorizzativi.

 

 

 

 

 

 

 

Per chiarire le modalità di conduzione e gli scopi dell’indagine sono stati necessari alcuni incontri tra l’Amministrazione proponente, supportata dagli enti tecnici coinvolti (in particolare ARPAT), ed i cittadini interessati all’iniziativa. La partecipazione attiva richiede da parte dei volontari la comprensione delle regole di compilazione della scheda e la disponibilità a partecipare per tutta la durata dell’indagine. Gli Enti locali coinvolti sono tenuti alla trasparenza ed accessibilità dei dati rilevati, nel rispetto della privacy dei rilevatori, e dei risultati che saranno ottenuti al termine dell’indagine.

 

 

 

In entrambi i casi qui citati si è manifestata la volontà di partecipare da parte di numerosi cittadini (oltre 50), circostanza che testimonia quanto sia avvertito il problema e che dovrebbe consentire, al termine della fase di rilevazione, di disporre di dati sufficienti per pervenire a risultati significativi.

 

 

 

 

 

 

 

Hanno collaborato alla redazione del testo di questo numero:

 

 

 

Silvia Maltagliati e Antongiulio Barbaro (AFMP-CRMQA),

 

 

 

Francesca Andreis, Francesca Chiostri e Guido Spinelli (Dipartimento di Livorno),

 

 

 

Patrizio Esemplari, Marco Vitelli, Debora Badii e Claudio Bondi (Dipartimento di Arezzo).

 

 

 

Eventuali richieste di chiarimento devono essere inoltrate a crmqa@arpat.toscana.it

 

 

 

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07/04/2011

 

 

 

Ufficio Comunicazioni Comune di San Giovanni Valdarno

 

 

 

VILIGIARDI:" LASITUAZIONE E' ORMAI DIVENUTA INSOSTENIBILE"

 

 

 

“Negli ultimi giorni la situazione è diventata esasperante. I cattivi odori provenienti da Podere Rota sono sempre più frequenti e si stanno estendendo a zone che generalmente non erano state interessate. La Conferenza dei Servizi ha dato il via all’ampliamento, ma, come ribadito più volte, NON possiamo procedere in queste condizioni. I cattivi odori con questa intensità e frequenza non sono tollerabili, non possiamo arrivare all’estate con questi presupposti, la situazione è ormai divenuta insostenibile” Ha parlare è il primo cittadino di San Giovanni Valdarno che aggiunge: “Il Comune di San Giovanni non ha potere decisionale e, anche se più volte richiesto, non è mai stato invitato, neanche come osservatore, alle fasi di valutazione delle procedure per la concessione dell’ampliamento, ma ha il diritto e il dovere di denunciare una situazione che è ormai inaccettabile. Chi può e deve farlo – conclude Viligiardi - intervenga per adottare gli strumenti atti ad attenuare il disagio, compresi la sospensione dei lavori per la predisposizione del primo modulo di intervento e la riduzione delle quantità conferite in discarica”.

 

 

 

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01/04/2011

 

 

 

Da "Il nuovo corriere aretino"

 

 

 

Discarica il PD batte i pugni. Francesco Verniani : "Il nostro territorio non è disponibile a concedere sconti a nessuno".

 

 

 

Osservatorio permanente. E Viligiardi sollecita un incontro urgente con il super-tecnico

 

 

 

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30/03/2011

 

 

 

Da "Il nuovo corriere fiorentino"

 

 

 

 

 

 

 

Si moltiplicano le iniziative. Raccolta di fondi in occasione della festa alla badiola

 

 

 

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21/03/2011

 

 

 

Dal sito internet di TV1

 

 

 

 

 

 

 

clicca qui per leggere l'articolo sul sito di tv1

 

 

 

Un sindaco silente, in rispettoso ascolto. Un nuovo tribuno di vasta cultura. Un pubblico arrabbiato e pronto alla mobilitazione. Il tutto in un contesto di contrasto civile, tipico della cittadina valdarnese.
Venerdì 18 in 200 hanno preso parte alla cena di autofinanziamento per il nuovo comitato civico “Vittime di Podere Rota”, la discarica a cielo aperto
recentemente riaperta alla Bocciofila di S. Giovanni. Il nuovo capo del comitato è Andrea Battimelli, insegna economia agli studenti del primo anno ad Arezzo e per gli anni successivi a Siena. “Io abito fra Loro e Malva, sulla Sette Ponti, sul confine di loro Ciuffenna , quindi non direttamente interessato dai disagi. Però l’indifferenza verso il comitato mi ha fatto scendere in campo”. Ai cittadini ha detto:”Bisogna ripensare tutto il ciclo dei rifiuti. La discarica si trova all’estremità di Terranova così che il centro storico e molte frazioni non avvertono disagio. Eppure intascano fondi per bilancio partecipato che non vanno a migliorare la situazione della discarica". Per Battimelli l’Osservatorio è una buona idea ed interessante è che dei tre rappresentanti dei comuni di San Giovanni, Terranova, Castelfranco, due appartengono al comitato: Katia Naldini e Antonio Lisciandro.La pecca riscontrata è che fino ad oggi non sia stato stilato regolarmente i verbali su ciò che è stato fatto, quindi l'Osservatorio deve cambiare il modo di lavoro. Durante la serata Katia Naldini ha chiesto di rendere finalmente ufficiali i dati del monitoraggio perchè, oltre agli odori, che vanno colti sul nascere, preoccupano problemi silenziosi come l'inquinamento delle falde acquifere. Tante altre le osservazioni degli intervenuti, c'è chi ha denunciato che dalla discarica derivano congiuntiviti e laringo tracheiti persistenti soprattutto fra bambini e anziani e fasce deboli, chi lamenta acri odori anche in viale Gramsci e chi auspica di trovare in tempi rapidi soluzioni a questi disagi prima che torni l'estate.

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20/03/2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da "Il nuovo Corriere Aretino"

 

 

 

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato ... è stato un vero successo. Grazie anche a chi non è riuscito a venire a causa dei posti limitati , e a tutti quelli che ci hanno dato il loro sostegno pur non potendo venire alla cena.

 

 

 

 

 

 

 

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18/03/2011

 

 

 

A San Giovanni i gruppi consiliari prendono posizione

 

 

 

 

 

 

 

Questo documento è stato presentato da "la sinistra per San Giovanni".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rompiamo il lungo periodo di silenzio successivo alla nostra presa di distanza dall’Assessore all’ambiente Giuliani, con un doveroso aggiornamento ai nostri elettori e alla cittadinanza sangiovannese sugli sviluppi delle nostre posizioni po...litiche.

 

 

 


Da dicembre scorso non siamo più presenti in Giunta, come dicevamo, dopo la presa di distanza dall’ Assessore all’ambiente Giuliani, la cui gestione della politica ambientale rimane, a tutt’oggi, inadeguata per le esigenze dei cittadini. Questa presa di distanza e’ arrivata alla fine di un percorso fatto di richieste e proposte alternative e fattibili con dati alla mano, per le quali ci siamo fatti in quattro in termini di tempo e studio e che spesso sono stati respinti dalla Giunta o, quando accolti, accolti solo a parole.

Abbiamo deciso di attendere ancora per vedere un cambiamento in questa gestione da parte della giunta, ma a distanza di mesi i risultati e la coerenza che ci erano stati ogni volta ri-promessi non si sono ancora visti.

Per questi motivi, dopo aver chiesto nelle sedi istituzionali le medesime cose, la Sinistra per San Giovanni chiede oggi anche pubblicamente e definitivamente alle forze di coalizione e alla Giunta quanto segue:

1) Rivedere la destinazione dei 300.000 € del disagio ambientale, decidendola, con un processo partecipativo, assieme ai sangiovannesi più colpiti dagli effetti dannosi della discarica, come gli abitanti di Santa Maria e Badiola, come ci sembra giusto. La conquista politica di aver finalmente ottenuto il riconoscimento del disagio ambientale, deve essere condivisa innanzitutto con coloro che sono maggiormente e da venti anni, colpiti dal disagio medesimo. Chiediamo, inoltre, che tale processo partecipativo sia adeguatamente organizzato e pubblicizzato, affinché non si risolva (come spesso è accaduto altrove) in una semplice assemblea in cui vengono solo illustrate ai cittadini le decisioni già prese.

2) Rivedere da subito il piano di gestione e raccolta dei rifiuti che, per come è adesso è assolutamente inadeguato a risolvere i problemi di San Giovanni in questo settore, riferendosi alle linee guida contenute nella mozione sull’argomento da noi a suo tempo presentata; chiediamo, inoltre, di attivare subito un piano di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini per renderli partecipi dei problemi in campo e delle soluzioni da prendere.

Se, come ci viene detto, la società che gestisce i rifiuti nel nostro territorio, non è in grado di attivare piani efficaci di raccolta e smaltimento, sia la società stessa ad attivarsi per migliorare le proprie competenze, come ogni impresa seria dovrebbe saper fare; se i costi sono troppo alti, perchè le modalità di gestione del servizio sono tanto diverse nei vari comuni dove la società opera, che si apra un tavolo di confronto tra i diversi assessorati all’ambiente della vallata e la società medesima, affinché le modalità vengano unificate e vengano razionalizzate le spese, come noi proponiamo di fare da oltre un anno all’assessorato all’ambiente di San Giovanni, senza ricevere risposta.

Temiamo, tuttavia, che finchè permane questa situazione di commistione tra pubblico e lo stesso socio privato che gestisce CSA, gestore dei rifiuti, e CSAI, società che gestisce l’impianto di discarica, non ci potremo aspettare mai un reale interesse alla (vera e non di facciata) differenziazione e riduzione dei rifiuti, dal momento che, come scrivevamo già il 3 novembre 2009, nel nostro blog http://lasinistrasgv.wordpress.com/, “che guadagno c’è per queste società nella riduzione dell’ammontare di rifiuti che arrivano a Podere Rota? Che guadagno c’è nell’adozione di misure che garantiscono cittadini e ambiente, ma che non garantiscono abbastanza profitto?”

In conclusione, quello che chiediamo è che si possa cominciare a parlare di queste cose a trovare le soluzioni migliori per tutti: ambiente e cittadini, senza soluzioni parziali o di transizione, che portano solo ad aumenti ingiustificati della Tarsu, a fronte di un servizio assolutamente inefficiente, come quello erogato.

3) Presa in carico reale della situazione di disagio odorigeno e non solo, che gli abitanti di San Giovanni sperimentano quotidianamente. Dopo la decisione della Provincia di ampliare la discarica di Podere Rota, alla quale noi eravamo e restiamo fortemente contrari, e con l’approssimarsi della stagione calda, infatti, temiamo che i cattivi odori non possano che aumentare, dunque riteniamo essenziale che l’amministrazione comunale si adoperi in tutti i modi necessari affinché il problema venga definitivamente risolto. Per far ciò è necessario che si adotti un approccio nuovo presso gli enti preposti affinché il problema non venga negato, come altre volte è stato fatto, ma al contrario vengano subito prese tutte le misure necessarie per risolverlo. Tra queste è essenziale adottare un programma di riduzione del tonnellaggio di rifiuti da conferire in discarica attivando tutte quelle misure elencate al punto 2 del p

 

 

 

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